top of page

"Aiuto, ho bisogno di aiuto". La rete che funziona.

Foto Giuli.jpeg

"Che voglia che ho di vedere G., chissà se anche per lui è così, chissà se la relazione costruita in questi mesi manca anche a lui.....a me molto. Potrei sentirlo, ma....chissà se riuscirà a stare più di due secondi davanti al cellulare? A scuola se sta seduto 5 minuti grido al miracolo!".
Questo è stato il mio primo pensiero dopo aver capito che, forse, a scuola non si sarebbe più tornati e il timore che G. non potesse reggere la nostra relazione a distanza, attraverso un cellulare o PC mi impauriva. Si, perché noi siamo abituati a comunicare e stare insieme con il corpo, comunicando attraverso le immagini, la gestualità e i suoi giochi preferiti e tutto questo al momento non ce l'ho.

"AIUTO, CHE ANSIA!" oppure... aspetta un un po’: "AIUTO, HO BISOGNO DI AIUTO".

Per noi educatori, nonostante si trascorra un sacco di tempo a scuola, chiedere aiuto a quest'ultima non sempre è facile, però ci voglio provare. Chiamo l'insegnante di sostegno, chiacchiero con lei di quello che mi piacerebbe fare , dei miei dubbi e dei miei timori.

Ricordiamocelo: le parole EDUCAZIONE e RETE dovrebbero sempre coesistere. Ed è così che questa volta accade: il lavoro di rete si attiva e a distanza appare anche più semplice e meno burocratico.
Vengo inserita nella piattaforma WEB della classe e insieme alle altre maestre pensiamo, progettiamo, proviamo e rimoduliamo il lavoro con G.; facciamo anche equipe con specialisti che in assenza di tale emergenza ci vorrebbero mesi per programmare! L'appuntamento con G. diventa settimanale e con una scansione ben precisa: ci salutiamo, ridiamo e lavoriamo....noi, lui e la famiglia, che scopre nuovi modi di stare con il proprio figlio.
La mia ansia iniziale non c'è più, perché non sono sola in questo nuovo modo di essere educatrice; io ci sono, insieme alla scuola, e questo mi fa stare bene... fino a che non potrò ritornare ad essere un'educatrice TRA I BANCHI DI SCUOLA!

Non vedo l'ora!

Giulia

bottom of page