top of page

Il Servizio Affidi e l'emergenza: tollerare la mancanza.

#iorestoacasa è un hashtag che ormai conosciamo fin troppo bene, è una condizione con cui, seppur con fatica, stiamo imparando a convivere. Ma cosa ha significato per il nostro Servizio Affidi?

Come in ogni circostanza e in ogni momento, le situazioni che si sono presentate sono state differenti, condizionate dall’unicità dei nuclei familiari coinvolti, ma anche dalla tipologia di accoglienza.

I casi di Affido a tempo pieno, casi in cui il progetto di accoglienza prevede una permanenza stabile nel nucleo familiare, sono continuati senza troppi scossoni e sono stati un po’ più semplici da affrontare grazie a relazioni costruite e consolidate nel tempo. Non tutti però.

foto Affido.jpg

Situazione più complessa da affrontare è stata quella di un caso di affido iniziato a fine dicembre 2019, in piena fase di avvio, che non poteva quindi ancora poggiarsi su relazioni affettive consolidate e che stava piano piano iniziando a trovare un suo equilibrio e ritmo quotidiano; in questa particolare circostanza, l’azione di sostegno dell’equipe è stata intensificata, ovviamente solo telefonicamente, approfittando del momento in cui la mamma affidataria era in viaggio dal luogo di lavoro verso casa, il momento più tranquillo della sua giornata e in cui era più semplice parlare, raccontare e raccontarsi.

Gli affidi leggeri o part-time, cioè i progetti che prevedono un’accoglienza solo in alcuni giorni durante la settimana, hanno dovuto invece essere sospesi: gli affidatari hanno mantenuto il momento di contatto nei soliti giorni, ma con la sola possibilità di brevi video-chiamate. Ed è così che è accaduto che la “mancanza” ha iniziato a farsi sentire e molte domande ad emergere con forza: se è vero che la relazione ed il tempo trascorso insieme sono importanti per il progetto di vita dei nostri affidati, cosa sta succedendo e cosa succederà ora che queste relazioni e questo tempo insieme non sono più possibili?

Ci siamo interrogati su come poter star loro vicini in questa fase così delicata e abbiamo proposto un momento dedicato alla riflessione: un’intervista via Skype, effettuata dall’operatrice che fa tutoraggio pedagogico, un momento che è stato registrato, in modo da permettere a tutta l’equipe di riascoltare quelle parole e custodirle. Abbiamo iniziato a riflettere insieme sul senso della mancanza nell’affido familiare, per noi operatori e per le famiglie, guidati dall’intuizione che in questo tempo sospeso ed incerto risiedesse, oltre la fatica, l’opportunità di decentrarci dal consueto ed attivare la nascita di nuovi pensieri. Lo spunto di innesco dell’intervista pensiamo possa essere utile a tutti e ve lo proponiamo:

"tollerare la mancanza fa nascere pensieri..."

Questa frase ha avuto una particolare risonanza per un progetto di affido che si è concluso dopo quattro anni, proprio prima della fase di emergenza. Dopo aver percorso insieme una parte del sentiero, arriva il momento del saluto, un momento importantissimo in cui la famiglia affidataria ci racconta la storia vissuta, ripercorrendo i momenti più delicati e significativi, dando valore alla relazione creata e trasformatasi negli anni. Non potendo essere rimandato, anche questo ricchissimo scambio è avvenuto attraverso lo schermo di un computer ed è stato registrato. Per tutti noi è stato toccante ascoltare le parole e le emozioni scambiate tra la famiglia e l’operatrice, rivivere momenti attraverso quelle voci…e abbiamo così pensato che questo intervento finale debba sempre essere registrato, per conservarlo come documento prezioso.

E infine. Il gruppo delle famiglie che ogni mese si incontra nella sede della cooperativa il venerdì sera, come fare? Abbiamo riproposto la video-chiamata in gruppo, pensando che questa nuova modalità avrebbe reso quel momento una semplice occasione per scambiarsi gli auguri di Pasqua e salutarsi; è stata invece la consueta serata di scambio e confronto, il solito fiume di cose da dirsi, la cascata di tutto ciò che di importante era accaduto nel mese trascorso e la voglia di condividerlo. Ci siamo così salutati solo dopo aver fissato la data del prossimo incontro.

Siamo felici di avervi raccontato questa storia, una narrazione senza troppe pretese, ma scritta con l’intento di trasformare in comunicazione ciò che è accaduto. Con questa stessa intenzione, negli ultimi due mesi abbiamo ridato vita alla pagina Fecebook del nostro Servizio Affidi, per iniziare a condividere pensieri, spunti di riflessione, esperienze, materiale scritto e filmato... contenuti che aiutino ad immaginare cosa voglia dire vivere un affido e, chissà, magari avvicinare nuove famiglie per nuove storie e nuovi racconti.

L'equipe Affido

bottom of page