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Educatori a distanza: è possibile?

Non credevo fosse possibile, ma ce l'abbiamo fatta!

Trasformare un lavoro educativo basato sulla relazione in un lavoro telematico, sembra essere una contraddizione e, forse, parzialmente lo è.

Tuttavia questo periodo di reclusione nelle nostre case ci ha chiamato a farlo, abbiamo dovuto modificare ed adattare la nostra forma mentis. Alla fine non è stato così complesso, per lo meno per il lavoro con i ragazzi dalle medie in su. Ho il vantaggio di essere famoso per le mie competenze informatiche, competenze che in questa situazione sono state molto utili per poter portare avanti il mio lavoro con i ragazzi e per riuscire a salvare la quasi totalità delle ore mie e di alcuni colleghi.

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"Skype + AnyDesk", questa è stata la proposta che ho avanzato un po' a tutti: tramite un semplice programma per videochiamate ed un altrettanto semplice programma di controllo remoto, era possibile gettare un ponte operativo-relazionale coi ragazzi che seguiamo.

Con i più piccoli è stato un po' più complesso, in quanto l'utilizzo della tecnologia prevede la necessità di coinvolgere i genitori, ma devo dire di aver riscontrato da parte loro grande disponibilità ed un certo apprezzamento per quello che, nonostante la difficile situazione, siamo riusciti a fare come Cooperativa; in questo caso, non essendo possibile interattività, siamo stati presenti con video-letture, videochiamate e video-musiche...ho persino azzardato una performance al basso, una vecchia passione.

 

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Volevo scrivere queste poche righe già tempo addietro, ma il problema era passare altro tempo davanti ad un monitor, magari dopo 6 ore di videochiamata... Eh già, è bello poter essere presenti e darsi da fare, ma tutto ciò ha un prezzo da pagare.

I primi giorni sono stati caratterizzati da fatica visiva e mal di testa, più avanti sono emersi aspetti di me stesso, mai emersi prima, ma in questo momento decisamente reali.

Voglia di isolamento. Sì, avete capito bene, isolamento nell'isolamento. Dopo 6 ore di ascolti metallici e difficoltosi, sentire parlare e ascoltare qualcun'altro (magari a casa e senza soluzione di continuità nello stacco vita-lavoro) non è stato facile.

Nervosismo. Eh già, perché da videoterminale se ne mandano giù parecchie: rumori fastidiosi e disturbanti, linee internet intasate, difficoltà di interazione, chiamate a qualsiasi ora del giorno e della notte "perché tanto cosa hai da fare?". Inoltre, prendere il ritmo  con le scuole non è stato sempre semplice; si è trattato per tutti di fare un immenso lavoro di riorganizzazione e successivo adattamento alla nuove modalità, lavoro complesso che ha messo a dura prova tutti coloro che di educazione si occupano.

 

Tuttavia mi porto a casa tanti spunti per il futuro: quanto abbiamo imparato e sperimentato in questo terribile momento, potrebbe esserci utile anche quando l'emergenza sarà terminata... perché non ingaggiare i ragazzi laddove credono di saperne più di qualunque altro?

Dentro di me vive inoltre anche una certa non celata dose di orgoglio: noi de L'Aquilone ci siamo stati fin dall'inizio, con la voglia e l'attenzione che sempre ci contraddistinguono. Non senza fatiche e difficoltà, ma siamo comunque riusciti ad essere presenti e di supporto per i nostri ragazzi e le loro famiglie.

Marco

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